"Il giorno seguente non venne. E neanche quello dopo. Ogni sera mi addormentavo con le lacrime incrostate di eyeliner colato sulle guance. Una mattina mi svegliai e il mio eyeliner era diventato polvere d'argento.E le stelline del mio smalto nero erano sui miei capelli increspati dall'umidità. Nessuno sembrava notarlo quell'eyeliner luminoso,nessuno,neanche mia sorella notava le brillanti stelline nei miei capelli. Qualcuno aveva espresso un volere durante la notte. Fai che l'eyeliner sia polvere,fai che le stelle possano farla volare in cielo con me.Quella sera mi portò sulla luna. Lui stavolta non riusciva a superare il bagliore del globo lunare. Ma è risaputo che la luna non brilla di luce propria. Allora mi disse che la luna sembrava luminosa perchè io volevo vederla cosi.Provai a non avere piu il pensiero fisso di quella luna abbagliante. La luce lunare si affievolì,e lui divenne sempre piu bello e quasi mi acciecava. Poi sbiadì,sparì e io rimasi su una nuvola fredda ad aspettarlo. Avevo paura. I vapori del cielo mi accerchiavano. Allora ripensai alla luna,di nuovo. Ma stavolta riapparve lui,e tutto intorno sentii il calore della sua presenza. Mi stringeva in un abbraccio e piangevo lacrime di zucchero filato. Mi accarezzò la guancia bagnata con un dito e assaggiò. Gli angeli non sentono sapori,ma la sua espressione mi fece rendere conto che lui era un angelo speciale. Sentiva sapori e gusti,profumi e odori. Lui era piu di un angelo. Mi coprì gli occhi con una scia di vapore rosa,e insieme volammo in un campo di fiori umido,immerso nella notte. Non avevo ne freddo ne caldo. Raccolse una margherita dal prato e me la mise tra i capelli,poi si sdraiò sull'erba bagnata e per la prima volta sentii un rumore provenire dal movimento del suo corpo perfetto. Mi misi accanto a lui. Non una stella nel cielo blu,neanche la luna. Buio,nero.Profondo. Ma accanto a me c'era la luce piu grande.La luce che continuava a mantenere ritmico il battito del mio cuore. E sorridendomi come sempre,senza falsità ne esitazione,lui non sapeva il dolore che c'era dentro me,ma lo percepiva. Lo capivo dal suo volto magnetico. Da un sorriso ad uno sguardo perplesso. Questo era lui.La maschera del mio disagio ma anche della mia felicità. Ogni volta che se ne andava,pregavo che tornasse subito. Stare con lui,era come stare in un limbo. Parlai una volta:'Perchè vai e vieni e non mi dici chi sei?'. Rispose:' Non sono io che decido quando venire,sei tu che mi chiami,lo leggo nel tuo cuore'. 'E allora perchè piango se non ci sei?'. 'Il tuo non è un bisogno ma un desiderio'.Mi rispose ancora. La voce,dolce,armonica,deliziosa come le sue labbra a cuore. 'Non lasciarmi,io...'. Imparai che con lui non dovevo mai esitare mai. Sparì come sempre. Decisi allora di non parlare piu,mai piu in sua presenza,se un giorno avesse voluto,lui avrebbe parlato per primo.
Ero ancora nel prato,immersa nelle margherite. Stringevo tra le mani i fili di erba dove prima c'era lui.Un alone di luce era posato sul terreno. Mi bastava vedere ancora quella luce per poter respirare. Lui mi osservava lo percepivo. Leggeva me stessa. E non avevo paura di aprirmi. Lui era luce,la vita. 'Lui è mio'. Gelosia o superbia che sia. Nessuno mi avrebbe portato via il bagliore dei suoi occhi di ghiaccio. Nessuno."
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